L'Istituto per lo Studio degli Impatti Antropici e la Sostenibilità nell'ambiente marino (IAS) è uno dei tre istituti di ricerca marina del Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie dell’Ambiente (DSSTTA) del CNR. La distribuzione territoriale delle sedi, che interessa quattro regioni (Liguria, Lazio, Sardegna, Sicilia), consente un posizionamento operativo ideale per presidiare una vasta porzione del Mar Mediterraneo.
Questa conformazione delle sedi e dei diversi gruppi di ricerca multidisciplinare che lo compongono hanno permesso di caratterizzare l'Istituto dedicandolo allo studio dei rischi antropici nell'interfaccia tra Antroposfera e Ecosfera (in ambiente marino), una delle sfide scientifiche maggiormente stimolanti e significative dell'era geologica appena iniziata, l'Antropocene, in cui l'attività antropica è diventata la principale causa delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche del Pianeta.
Il capitale umano di IAS attualmente si aggira attorno a 113 unità di personale (81 Ricercatori/Tecnologi, 19 Tecnici, 13 Amministrativi) coadiuvati da giovani ricercatori in formazione (assegnisti, dottorandi, borsisti) e oltre 20 unità di personale associato, proveniente da Università ed Enti di Ricerca con cui IAS ha sviluppato un'attiva rete di sinergiche collaborazioni.
Le parole chiave “Impatti Antropici” e “Sostenibilità”, che ne determinano l’acronimo, sono l’estrema sintesi di una nuova disciplina, la scienza della sostenibilità (Sustainability Science), che nel progetto e nel percorso dell’Istituto deve essere declinata all’ambiente marino, e che in questi ultimi anni sta delineando il suo paradigma scientifico integrando aspetti ambientali, economici e sociali in una innovativa prospettiva di relazione tra uomo e sistemi naturali, economici, sociali ed istituzionali nei quali esso vive. Oggi il mare e i suoi fondali costituiscono un campo d’indagine e di studio di grande rilevanza scientifica non solo per il presente, ma soprattutto per il futuro, in cui il ruolo degli oceani diventerà sempre più determinante per le condizioni di crescita e di sviluppo dell’intera umanità.
In questo contesto IAS ha l’opportunità di sviluppare una scienza in grado di integrare le diverse discipline che lo rappresentano (Chimica ambientale, Ecotossicologia, Ecologia marina, Oceanografia operativa, Modellistica ecologica e molecolare, Tecnologie innovative per il monitoraggio, Biocorrosione e Biodeterioramento; Cambiamenti globali sugli ecosistemi) al fine di mitigare i complessi impatti antropici che insistono sull’ecosistema marino favorendo uno sfruttamento sostenibile ed accrescere la consapevolezza di una reale sostenibilità nelle future scelte di produzione e consumo legate a questo fondamentale sistema ambientale.
Una delle grandi sfide di questa nuova era sarà quella di invertire, anche grazie ad attività di Comunicazione e Public Engagement promosse dall’istituto, la nostra tendenza a considerare poco importante o addirittura insignificante tutta la parte sommersa del pianeta e riconoscere finalmente il fondamentale ruolo del più grande e importante ecosistema dell’universo fino ad ora conosciuto.
Il mare, anche se troppo spesso ignorato e considerato solo come luogo di svago o di sfruttamento, è, e rimarrà, la culla della vita, la nostra origine e l’energia vitale del nostro futuro.